Un bambino disabile spesso rende la sua famiglia disabile
NewsMadre Nunzia Gentilcore delle Piccole Apostole della Redenzione, ci ha inviato un aggiornamento circa il caso di Thomas, il ragazzo audioleso che aveva la necessità di un intervento al rene. Vogliamo condividerlo con voi.
“Secondo alcune statistiche, le persone affette da sordità in India sono circa 60 milioni, quasi il 6% della popolazione. I numeri però non rendono ragione alla vastità del fenomeno che coinvolge anche la vita delle famiglie in cui vivono i disabili.
L’impotenza e l’esclusione sociale fanno sì che rendono la vita difficile non solo ai disabili, ma anche ai loro parenti.
La nostra cura e l’intervento per i sordi non è confinata alle quattro mura della scuola, ma mira principalmente alla difficoltà della famiglia stessa, al sostegno morale, all’accettazione del piccolo con problemi, aiutando la famiglia stessa quando non ha la possibilità di accompagnare il piccolo a scuola, al sottoporlo a visite mediche ed a interventi specifici.
Ecco il caso di un bambino che non solo è sordo ma ha anche gravi problemi di saluto. È stato nel nostro Centro di Mannackanad circa nove anni. Si chiama Joseph Thomas, è nato a Kuravilangad, un villaggio vicino a Palai il 5 luglio 1997. La famiglia è molto povera, è venuto da noi quando aveva appena sei anni. Essendo audioleso ha iniziato subito a fare terapia di logopedia e ha iniziato la prima classe. Nei primi anni il bambino era molto svelto, giocava, correva così come tutti i bambini, a scuola etra i più bravi, partecipava a tutte le attività del Centro, ha sempre fatto logopedia e riusciva ad esprimersi abbastanza bene.
Durante l’anno in cui frequentava la terza classe, il bambino iniziò ad essere sempre un po’ stanco e si notava che tutto gli riusciva difficile, anche nei movimenti era molto più lento e spesso si addormentava in classe.
Le suore ne parlarono con i genitori, anch’essi avevano notato la stessa cosa e così fu sottoposto ad una visita medica, poi accompagnato al Medical College di Kottayam dove fu riscontrata una malformazione congenita ai reni.
Iniziò subito il problema grande per la famiglia.
I genitori avevano appena accettato la sordità del figlio, ma adesso non potevano accettare anche il problema di salute, qui ci volle tutto il lavoro da parte delle suore. Il piccolo iniziò la terapia, entrando ed uscendo dall’ospedale. All’inizio sembrava che potesse farcela, con l’insistenza di una suora. In tutto questo tempo abbiamo sempre aiutato la famiglia per l’acquisto di medicine, per i viaggi all’ospedale e per tutto quello che necessitava. I medici avevano detto che doveva stare sotto controllo ed ogni mese veniva portato all’ospedale e sottoposto ai diversi accertamenti.
L’anno scorso poi il bambino, nonostante l’attenzione che avevano le suore a non fargli fare sforzi, a non farlo partecipare all’attività sportiva, notarono che spesso aveva affanno, doveva fermarsi quando camminava. Fu riscontrato che la malattia dei reni influiva anche sul normale funzionamento del cuore e quindi si doveva stare molto attenti.
Nel mese di settembre dell’anno scorso fu portato da un dottore al Medical College di Trivandrum che consigliò di sottoporlo ad un intervento di asportazione del rene più malato e consigliò di tenere sotto controllo l’altro, per poi pensare anche al trapianto. I genitori erano molto preoccupati perché non avevano la possibilità di sostenere una tale spesa ma arrivò l’aiuto da parte di Fratelli Dimenticati.
Era già fine dell’anno scolastico e durante il periodo delle vacanze doveva essere sottoposto all’intervento.
È stato a lungo in ospedale, sapete bene che in India tutto si deve pagare, anche l’alcool per una iniezione. Tutto è stato fatto con grande scrupolosità da parte dei medici, dei genitori e delle stesse suore. Ho però appena saputo che non può essere operato in quanto sta troppo male e i medici non danno nessuna speranza, entrambi i reni non funzionano. È a casa con una terapia di mantenimento, non può più venire a scuola.
Abita non tanto lontano da noi, le suore spesso vanno a trovarlo, ho incaricato la responsabile del Centro di andare lei stessa con i genitori dal medico e vedere se è il caso di iniziare con la dialisi.
Se c’è ancora qualcosa da fare sono sicura che la faremo, la faremo insieme con voi, come già avete fatto in passato, per il bene di questo piccolo.
Ringrazio di cuore tutti voi, siete strumenti nella mani di Dio, la Provvidenza di Dio la sperimentiamo giorno dopo giorno.”