Oggi, 5 febbraio, è una data importante nella storia delle iniziative a salvaguardia dell’ambiente nel nostro paese. Si festeggia, infatti, la prima giornata nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare, istituita dal Ministero dell’Ambiente con la volontà di sensibilizzare la popolazione al problema e proporre il raggiungimento un obiettivo entro il 2025: dimezzare la quantità di cibo che viene sprecato ogni anno.
Quando andiamo a fare la spesa, tendiamo in genere ad acquistare molto più cibo di quello che riusciamo effettivamente a consumare. Gli sconti, le offerte 3×2, gli innumerevoli omaggi, spesso ci spingono a comprare anche cose di cui non abbiamo effettivamente bisogno, col risultato di riempire le nostre cucine di prodotti che non arriveremo mai a consumare. Ed è così che accumuliamo cibo scaduto, o dimentichiamo alimenti in frigorifero fino a farli marcire. Spesso viene buttato nella spazzatura anche del cibo che sarebbe ancora perfettamente commestibile, a causa di acquisti sbagliati o semplicemente per liberare spazio. In Italia si calcola che ogni famiglia butti via circa 2 etti di cibo a settimana. Secondo un sondaggio effettuato dall’Osservatorio sugli sprechi alimentari delle famiglie italiane, addirittura il 51,2% di frutta e il 41,2% di verdura vengono gettati quando sono ancora freschi. Assieme al cibo, vengono sprecate anche le risorse necessarie per produrlo, ovvero l’acqua, le materie prime, l’energia, oltre che un’enorme somma di denaro (si stima che gli sprechi annuali delle famiglie italiane sfiorino complessivamente i 9 miliardi di euro).
Anche considerando il fenomeno a livello globale, i dati sugli sprechi non sono affatto incoraggianti: secondo i dati della FAO, circa un terzo del cibo che viene prodotto ogni anno viene sprecato (circa 1,3 tonnellate di prodotti alimentari).
È sconcertante pensare che, mentre in alcuni paesi del mondo il cibo viene buttato e ci sono numerosissime persone in condizioni di sovrappeso e obesità, ci sono altri paesi in cui gran parte della popolazione riesce a stento a procurarsi il cibo necessario per sopravvivere e soffre di innumerevoli problemi legati alla denutrizione. Per queste persone gli sprechi sono un lusso che non ci si può assolutamente permettere. Ci sono luoghi in cui ogni risorsa, anche la più piccola, diventa preziosa. E non si parla solo di risorse alimentari, ma anche di qualsiasi altro genere di bene di consumo.
bimboNella città di Ranchi, in India, evitare ogni genere di spreco e riciclare è per tante persone l’unica strategia per riuscire a sopravvivere. Ed è così che, tra i vicoli degli slum, possiamo trovare centinaia di persone intente a raccogliere tutti i rifiuti che trovano a terra, alla ricerca di qualcosa che possa essere riutilizzato. Tutto il resto viene comunque raccolto e differenziato, in modo da poterlo rivendere alle aziende che si occupano del riciclaggio. Questa situazione, già di per sé degradante, è resa ancora più drammatica dal fatto che, oltre agli adulti, lavorano anche i bambini, fin dalla più tenera età. Vivono letteralmente in mezzo ai rifiuti, scalzi e senza protezioni, e ogni giorno rischiano la vita per guadagnarsi da vivere, esponendosi a pericoli di ogni genere (tagli, infezioni, esalazioni di sostanze chimiche..). Il loro guadagno equivale più o meno a 2 euro al giorno. È una cifra piccolissima, ma resta comunque la loro unica possibilità per non morire di fame. Il lavoro è di fondamentale importanza non solo loro, ma anche per la salvaguardia dell’ambiente in quelle zone dove non esiste un vero servizio di raccolta dei rifiuti. Il prezzo da pagare, tuttavia, è molto alto: l’aspettativa di vita di queste persone, qualora non vengano aiutate, è decisamente bassa. Un bambino che vive in queste condizioni, passando le sue intere giornate in mezzo ai rifiuti, non potrà mai vivere sano, né avrà la possibilità di studiare e imparare un lavoro che gli consenta di migliorare le proprie condizioni Per questo Fratelli Dimenticati ha deciso di sostenere il progetto REDS, ovvero Ragpickers Education and Development Scheme (Programma di Istruzione e Sviluppo dei Raccoglitori di Spazzatura). Grazie al Sostegno a Distanza, i bambini di Ranchi hanno la possibilità di ricevere cure mediche, mangiare e frequentare lezioni scolastiche, in modo da avere anche loro la possibilità di ricevere un’istruzione e vedere riconosciuto il proprio diritto di costruirsi un futuro.