Nepal
NewsAnche quest’anno nel mese di marzo ho avuto la possibilità di visitare le missioni del Nepal e incontrare i protagonisti della condivisione. Le sorelle che vivono a Bharawal: Sor Lella, Sor Maria Luisa e Sor Denise, il Vescovo Mons. A. Sharma, i responsabili della Caritas, i direttori delle scuole di Biratnagar, Bharawal e Chakargati. In un clima di sereno confronto abbiamo fatto le verifiche dei vari progetti in essere: la gestione delle scuole, del progetto agricolo, delle “Case Famiglia”.
Da un anno nelle scuole di Bharawal e Chakargati, gestite in precedenza dai Marianisti con il subentro dei Salesiani di Calcutta si notano subito i cambiamenti, in positivo. Una comunità religiosa vivace, attenta e disponibile. Ha saputo inserirsi con discrezione e condivisione nella comunità locale dando avvio a molteplici attività per i giovani e gli adulti, iniziative coinvolgenti in collaborazione con la comunità delle sorelle. Il clima di conflittualità che ho vissuto per molti anni durante le mie visite e soggiorni, ha lasciato il posto ad una serena ricerca di partecipazione in attività di sviluppo, formazione e attività ludiche. Questa nuova dimensione di convivenza sta favorendo numerose iniziative di sviluppo della Caritas, con piccoli progetti agricoli o di micro credito, tutti segni di speranza concreta per un cambiamento sociale. Ho avuto modo di visitare i lavori che stanno facendo, degli interventi con i gruppi IPM (micro risparmio e micro credito).
In diversi villaggi si sono costituiti dei gruppi di 25/30 famiglie con sottogruppi di cinque, fanno la formazione per leader, la verifica mensile (il 4 di ogni mese), hanno l’assistenza da parte della Caritas per 20 settimane con sementi e soldi.
Andando a visitare questi gruppi di IPM seguiti dalla Caritas, ovvero famiglie che si sono messe insieme per la coltivazione delle verdure, ho potuto constatare come ci sia la voglia di fare, non chiedono elemosina, ma strumenti e formazione, gli stessi rifugiati di Bangai, piccolo villaggio vicino a Bharawal, hanno tolto i numerosi e grossi sassi per coltivare le verdure. Questi sono i piccoli progetti, grazie ai quali la gente del posto inizia ad avere un’economia di sviluppo e non più di sussistenza.
Ho avuto la possibilità di partecipare all’incontro, organizzato dal Comitato e promosso dalle Sorelle, con gli attori delle “Case Famiglia”. Dopo tanto tempo il comitato ha convocato una riunione con i genitori ed i padrini. 27 presenti su 48, hanno partecipato anche i Padri Salesiani. Hanno esposto le dinamiche, le corresponsabilità e la possibilità da parte dei genitori di partecipare alle spese scolastiche in base alle loro disponibilità, due hanno detto di non avere nessuna possibilità per contribuire e i loro occhi erano lucidi. La visita ad un villaggio distante tre chilometri dalla missione mi è rimasta impressa. Sono arrivato in bicicletta con Sor Lella e mi sono trovato davanti un gruppo di persone, donne, uomini, vecchi e bambini, sembravano accovacciati in realtà stavano dentro ad una grande fossa scavando alla ricerca della sorgente d’acqua. Tutti partecipavano con entusiasmo, consapevoli che avrebbero avuto l’acqua nelle loro famiglie grazie al nostro contributo per il motore e le tubazioni di condotta e distribuzione. Trenta famiglie che rinascevano e ponevano speranza di sviluppo per le nuove coltivazioni.
A Biratnagar abbiamo incontrato i rappresentanti dei genitori della scuola e degli insegnanti. L’incontro è stato positivo, al di là della storia triste che ci ha accompagnato fin dall’inizio della nostra presenza in Nepal e che ogni volta viene ripetuta, hanno confermato disponibilità e collaborazione per una buona riuscita della scuola. Hanno convenuto nel cambiamento positivo che c’è stato ed è in essere con la nuova gestione. Da un anno, come a Bharawal e Chakargati, anche qui c’è una nuova gestione, dopo i Marianisti ha preso in carico la gestione della scuola la Diocesi con dei sacerdoti preparati e disponibili. Dopo tanto penare, quando stavamo per perdere le speranze, sono arrivate le buone nuove, persone disponibili, preparate e motivate che stanno dando slancio e sviluppo alla nostra missione in Nepal. Lavorare con i poveri è veramente difficile però dobbiamo credere nella mission e nella perseveranza della condivisione.
Gino Prandina, Presidente