Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile

Ogni anno il 12 Giugno ricorre la Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile, che ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulla situazione inaccettabile dello sfruttamento lavorativo dei bambini e di sostenere il movimento mondiale contro il lavoro minorile.

Che cos’è il lavoro minorile?

Il lavoro minorile è definito come l’attività lavorativa che priva i bambini e le bambine della loro infanzia, della loro dignità e influisce negativamente sul loro sviluppo psico-fisico. Comprende varie tipologie di sfruttamento e abuso spesso causate da condizioni di estrema povertà, dalla mancata possibilità di istruzione, da situazioni economiche e politiche in cui i diritti dei bambini non vengono rispettati, a vantaggio dei profitti e dei guadagni degli adulti. A questi bambini viene negato il diritto di andare a scuola, la possibilità di giocare e di godere dei loro affetti, venendo invece coinvolti in varie forme di lavoro minorile: in agricoltura, in miniera, nei servizi e nelle industrie per la produzione di beni destinati all’esportazione. Ma non basta, sono spesso reclusi, emarginati, esposti a sofferenze fisiche e psicologiche.

Il lavoro minorile è un fenomeno di dimensioni globali. Attualmente sono 160 milioni i bambini coinvolti, con un aumento di 8,4 milioni negli ultimi 4 anni ed altri 9 milioni di bambini a rischio a causa della crisi economica provocata dalla pandemia, numero che potrebbe salire a 46 milioni se questi bambini non avranno accesso alla protezione sociale. La drammatica contrazione del reddito di molte famiglie e la chiusura delle scuole, a causa della pandemia, hanno costretto in alcuni casi i bambini che già lavoravano a lavorare più a lungo o in condizioni peggiori. Molti di loro vivono in contesti colpiti da guerre e da disastri naturali nei quali lottano per sopravvivere e vengono così costretti a svolgere attività di lavoro pericolose che mettono a rischio la loro salute, la sicurezza e lo sviluppo morale.

Dove si concentra il fenomeno del lavoro minorile?

Sono 79 milioni i bambini tra i 12 e i 17 anni nel mondo vittime di sfruttamento nel lavoro minorile, mentre altri 73 milioni sono molto piccoli, tra i 5 e gli 11 anni, e proprio per questo ancora più vulnerabili.

A livello globale, nei paesi più poveri circa 1 bambino su 4 svolge un’attività lavorativa, retribuita o meno, ma la più alta percentuale è concentrata nell’Africa Subsahariana, con il 25% della popolazione compresa tra i 5 e i 14 anni. Segue l’Asia meridionale dove sono 77 milioni i minori lavoratori: fra i bambini tra i 7 e i 14 anni che non frequentano la scuola, l’88% è sottoposto a lavoro minorile in Pakistan, il 40% in India e il 10% in Sri Lanka. In America Latina e Caraibi si registrano circa 5 milioni di bambini e ragazzi costretti al lavoro minorile, con una proporzione di 5 minori ogni 100 sottoposti a questa dura realtà. Ma a queste percentuali non si sottrae nemmeno l’Europa centrale o orientale con gli Stati un tempo appartenenti all’ex Unione Sovietica, in cui la percentuale di minori lavoratori raggiunge il 5%.

Noi della Fondazione Fratelli Dimenticati ci impegniamo per dare ai bambini provenienti da queste aree povere l’infanzia che meritano, togliendoli dalle situazioni di sfruttamento e garantendo loro la possibilità di frequentare la scuola ed ottenere una giusta istruzione. Il nostro progetto “Ti dono una scuola!” ha permesso nel 1992 la costruzione della Morning Star School, grazie alle donazioni fatte attraverso il Sostegno a Distanza. La scuola è composta da due sedi distaccate nelle località di Bharawal e Chakargati, ed è situata nel distretto di Sunsari nel Nepal orientale, una zona rurale che dista più di venti chilometri dalle città più vicine. La scuola è frequentata complessivamente da circa 1.500 studenti, provenienti da famiglie povere dedite all’agricoltura, e continuerà ad aiutare questi bambini offrendo loro un’adeguata istruzione e dignità.

Il nostro progetto “Educazione nel quartiere a luci rosse” si occupa di supportare l’educazione di bambine e ragazze dai 5 ai 20 anni che vivono nella cosiddetta “Red light area” (area a luci rosse) nella località di Ranaghat, in India, le cui madri sono coinvolte nella prostituzione. Questo progetto è nato nel 2006 grazie alla congregazione delle Sorelle della Carità per far prendere coscienza alle madri della dignità di guadagnarsi da vivere con un lavoro appropriato, e soprattutto per la necessità di tenere le loro figlie lontane dall’ambiente nel quale queste donne vivevano. Le ragazze attualmente ospitate nella struttura sono 18 e vengono coinvolte in attività scolastiche ed extra-scolastiche per aiutarle a crescere sane e serene.

Purtroppo, in questi ultimi anni il lavoro minorile è aumentato, dobbiamo invertire questa tendenza facendo in modo che gli Stati attuino misure che favoriscano un’adeguata protezione sociale per tutti, l’aumento degli investimenti a favore di un’istruzione di qualità, la promozione del lavoro dignitoso per gli adulti, affinché le famiglie non debbano ricorrere al lavoro dei loro bambini per generare reddito familiare.