Da Haiti
NewsA ottobre sono rientrata in Haiti trovando purtroppo una brutta epidemia di tubercolosi in casa con alcuni bimbi in ospedale, altri in terapia ed altri in prevenzione. Non è facile curare la prevenzione quando si hanno 110 bimbi che vivono insieme e degli educatori che non hanno idea di cosa significhi contagiarsi!!!
Adesso ne stiamo uscendo, tutti i bimbi sono tornati a casa e stanno recuperando il sorriso di sempre insieme all’allegria che li caratterizza.
In queste ultime settimane abbiamo accolto altri due bimbi, Soibens di sette mesi, orfano, gravemente denutrito e Abigaëlle di cinque anni, spastica che va in giro per la casa incontenibile. Venerdì avevamo accolto anche Daniel di pochi mesi, ma era già in condizioni molto critiche e l’abbiamo portato subito in ospedale dove nella notte ci ha lasciati.
L’accoglienza può essere anche di pochi minuti, di un istante, ma è già dentro un “per sempre” che non dipende da noi ma che fa parte delle cose che ci sono date.
Intanto è iniziata la scuola con dodici bimbi che lasciano la Kay ogni mattina per entrare nel mondo attraverso la scuola gestita dalle suore salesiane in un altro quartiere della città. Regole un po’ strette… ma capiremo durante l’anno se ne vale la pena. Abbiamo Christela, Isaac, Shidlene, Shidlove e Rubens che stanno frequentando l’anno preparatorio che alla fine della scuola materna prepara i bimbi alla scuola elementare. Giokenson, Rico, Yonelson, Richena, Richelo e Pal che stanno frequentando la prima elementare e Chico che frequenta la terza classe. Tanta emozione e il peso di una responsabilità sta provocando i nostri bimbi a maturare. Si sentono i più grandi, che vanno alla scuola dei grandi, capiscono a modo loro che si stanno aprendo una strada. Per qualcuno il passaggio è stato traumatico e ne è dimostrazione che hanno cominciato a farsi tutto addosso a scuola con grande ira delle maestre e delle suore che mi telefonano per dire che i “miei” bambini sono malati, che non è possibile che così grandi non sappiano controllarsi…. Ed invece non si rendono conto che stanno solo esprimendo una fatica e un disagio. Ci vorrà un po’ di tempo per capire se tale disagio resterà insormontabile e quindi sarà meglio ritornare alla scuola della missione o se pian piano prenderanno coraggio e supereranno l’ostacolo. Intanto le prime pagelle sono state a dir poco disastrose!!!! Bene i bimbi dell’anno preparatorio, con Rubens che ha riportato la media di 8.70 seguito da Isaac con 8.30 e Christela con 8.25. Diversamente i risultati ottenuti dai bambini che frequentano la scuola elementare: solo Richelo ha riportato la media dell’8.30 mentre per tutti gli altri i risultati sono stati insufficienti e per qualcuno anche molto pesantemente, come per Pal che ha avuto 3 di media ed il consiglio di lasciar perdere.
Ma non si può guardare un bambino che ha in sé delle ferite più grandi di lui fatte di abbandono, morte, solitudine… e catalogarlo come uno sconfitto da subito. Anzi… è proprio più educativo per noi stare davanti ad un bambino così perché siamo costretti a riandare all’origine di noi stessi, e quindi dell’uomo, di ciò per cui è fatto e soprattutto della gratuità con cui è fatto.
E poi i bimbi più piccoli che hanno cominciato il 1 ottobre la scuola materna e la scuola elementare della missione: che spettacolo!!! Con le loro uniformi gialle escono ogni mattina in lunghi trenini, cantando, sfilando davanti al mio ufficio sperando in una caramella o in un pezzo di cioccolato arrivati con qualche volontario di passaggio.
Rientro alle 16.00 e la casa che si riempie di vocine allegre risate, pianti e litigi e rumori di cose rotte!!!
I bimbi di due anni sono stati inseriti nell’asilo nido… esperienza fallimentare!!!! Uscivano la mattina arrabbiate le bambine della Kay Nounous, in lacrime i maschietti della Kay Pousen e tornavano alle quattro ancora più arrabbiati!!! Quando mi sono accorta che la cosa durava nel tempo e tutti perdevano peso, ho deciso di tenerli a casa lasciando così più posti ai bimbi del quartiere le cui mamme vanno in strada a vendere e tornano a sera tardi lasciando i figli incustoditi davanti alle baracche.
Da un paio di settimana quindi niente asilo nido e l’allegria è esplosa sui volti di questi piccolini che hanno ripreso a crescere bene.
Qui è un continuo prendere una decisione, verificarla nella realtà e ridecidere se confermarla e la vita è sempre vissuta come un’avventura in cui nulla è mai scontato.
Grazie per essere in cammino con noi perché questa avventura sia possibile. Un caro abbraccio.
Suor Marcella