Subha Bibah cioè… Felice Matrimonio
NewsCerto, la celebrazione di un matrimonio è sempre un evento felice, comunque vadano le cose in futuro!
Noi siamo abituati a pensarlo così. Lo si attende con trepidazione, lo si prepara anche nei più piccoli particolari, lo si celebra con gioia.
Sobina è una ragazzina della etnia Mushar, una delle più povere del Nepal. È la maggiore di quattro figli e non è mai andata a scuola. La mamma se ne è andata, fuggendo con un altro uomo e il papà è quasi inesistente, sempre ubriaco e spesso lontano da casa in cerca di lavoro. Sobina ha solo 16 anni e…mercoledì prossimo si sposerà.
Non conosce suo marito, si sono visti appena. Lui è venuto al villaggio, ha fatto il contratto con la famiglia di lei ma nessuno l’ha interpellata, nessuno ha chiesto il suo parere. Lei è rassegnata, sa che le cose qui funzionano così e che non c’è possibilità di ribellione.
Sabato è venuta con una sua amica e sua sorella minore, Abina, a chiedere un po’ di verdura del nostro orto: le abbiamo dato un dei fagioli ma non le bastavano. Allora le ho chiesto quanta fame avesse per chiedere ancora verdura e lei ha risposto timidamente: “Non è per oggi, è per il mio matrimonio!”. “Non pensate di fare anche un po’ di carne?”. “Sister, dove vado a prendere i soldi?”. Avrebbe voluto due cavoli! Siamo andate insieme nel progetto agricolo della Caritas e le ho comprato 15 chili di cavoli. Era felice!
Andando le ho chiesto come fosse il suo sari da sposa. Ha abbassato gli occhi e ha confessato che non glielo hanno ancora comperato. Mancavano tre giorni al matrimonio!
Mi ha fatto una pena immensa… Lei deve procurarsi il cibo da offrire ai suoi invitati, un povero pranzo di nozze a base solo di riso e verdura, cavoli per giunta! Nessuno si prende cura di lei, nemmeno per renderle quel giorno un po’ meno doloroso… La mamma probabilmente nemmeno lo sa. Il papà è via e forse arriverà per il giorno delle nozze.
Le abbiamo dato qualche soldo per comprarsi il sari: ha finalmente sorriso!
Non si può non fare il paragone con le sedicenni del nostro paese, vivaci e contente, annoiate magari dalla scuola ma impegnate chi nella danza, chi nella ginnastica, chi nel nuoto… E’ giusto che le sedicenni siano così, è giusto che gustino la gioia della adolescenza, degli amici, dello sbocciare del loro corpo e della loro indipendenza, magari anche quello dei primi innamoramenti…
Sobina che ne sa? La vita a lei non ha offerto niente di simile e, tra un anno, avrà tra le braccia un bambino, lei ancora bambina. Sarà fortunata se il marito la rispetterà e imparerà piano piano a volerle bene: potrebbe essere che, come succede nel 90% dei casi, la picchi e la maltratti, magari dopo aver bevuto una o due bottiglie di alcool. Un po’ diverso da quello normalmente da noi si sogna quando si parla di matrimonio. Vero?
Vi mandiamo alcune foto degli sposi. Lui non si è fatto male alla testa, è solo che i Mushar usano fasciare così il capo dello sposo. Costruiscono una specie di tempio con quattro banane e tutta la “cerimonia” (se così la si vuole chiamare) si svolge lì.
Intanto gli invitati vengono chiamati a turno per dare loro da mangiare, perché i piatti non basterebbero per dare da mangiare a tutti contemporaneamente. Nei casi in cui c’è un po’ più di organizzazione (non per il matrimonio di Sobina!) c’è un tavolino con l’addetto al ritiro dei regali che prede nota di chi e di che cosa è stato regalato. Dopo il matrimonio non mandano a casa i ringraziamenti, anche perché qui non c’è l’ufficio postale, ma comunque non si usa!
Finito il tutto, la sposa viene presa in braccio o sulle spalle da uno zio o da un parente prossimo e consegnata ai parenti dello sposo. Da quel momento in poi diventa “proprietà” della famiglia di lui.
Qui funziona così e non solo per i Mushar.