La parola a chi, come te, sostiene i bambini del Mondo.

Lo scorso novembre, con mia moglie Laura, stavo valutando di andare in Cina per seguire nostra figlia Sara, in trasferta con la nazionale italiana di hockey su prato per un importante torneo internazionale, per la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024. Ma il torneo venne poi spostato in india, nella a noi sconosciuta città di Ranchi. Negli stessi giorni abbiamo trovato tra la posta una busta della Fondazione Fratelli Dimenticati. Non conoscevo questa Fondazione che nella lettera ci invitava a sostenere un progetto di aiuto per i bambini cenciaioli proprio a Ranchi.
Incuriositi da questa causalità, ho chiamato la Fondazione e chiesto di poter fare visita alla missione.
Subito mi hanno messo in contatto con il loro referente a Ranchi, padre Bipin, Responsabile del Centro per le iniziative Sociali di Ranchi (SIGN Social Initiatives for Growth and Networking), con cui ci siamo scambiati i recapiti e dati appuntamento per poterci vedere in India.
Il 12 gennaio parto per Ranchi ed inizia così questa piccola avventura. La mattina del 14 padre Bipin e la collaboratrice Chanchal mi passano a prendere alle 7:30 così da poter assistere alla celebrazione eucaristica delle 8:30 alla St. Mary’s Cathedral gremita di fedeli, mentre 2 giorni dopo ho fatto visita al Centro REDS dove vengono accolti i bambini cenciaioli, ovvero bambini di famiglie che vivono cercando nelle enormi discariche tra i rifiuti qualcosa da rivendere.
Gli operatori del Centro REDS mi raccontano che cercano di dare loro un po’ di istruzione e un pasto. Pasto che la maggior parte delle volte per questi bambini è l’unico del giorno.
I bambini mi accolgono festosamente, vestiti di povere cose e con nulla ai piedi. I pochi che hanno qualcosa da calzare lo lasciano fuori dalla stanza che funge da aula, senza banchi, con due lavagne e diversi oggetti e cartelli usati per la didattica. Come segno di accoglienza mi mettono al collo una ghirlanda di fiori e cantano una canzone. Io spiego loro da dove vengo e dell’importanza dell’andare a scuola. Regalo loro un gagliardetto della nazionale italiana di hockey con le firme delle giocatrici e poi chiedo loro di recitare una preghiera per me e i miei familiari.
I momenti trascorsi in questa terra, nelle scuole e nei Centri sostenuti da Fratelli Dimenticati sono stati indimenticabili e hanno segnato l’inizio della nostra amicizia e del mio impegno di carità al fianco di questi piccoli bisognosi per i quali il nostro aiuto è l’unica opportunità di riscatto, di rinascita e di vita nuova nel proprio Paese.

Paolo

Nel lontano 1988 ero studentessa in un istituto salesiano di Padova. Un giorno fu invitato per una conferenza un missionario che ci raccontò delle missioni in India. Furono proiettate alcune diapositive, ma quello che ricordo più di ogni cosa era la passione che quel prete metteva nel suo racconto, l’entusiasmo con cui riferiva quanto aveva realizzato e la gioia con cui ci invitava a fare qualcosa di concreto per quei bambini, Ofrii ciò che il mio portafoglio di giovane studentessa conteneva e mi ripromisi per il futuro un impegno maggiore.
Quando mi fu possibile, insieme al mio fidanzato, sottoscrivemmo la nostra prima “adozione a distanza”. La foto della “nostra” bambina la tenevamo nel portafoglio ed attendavamo gli aggiornamenti con grande entusiasmo. Lei, che aveva 4 anni quando ci fu assegnata, lasciò l’istituto per lavorare a 14 e per noi fu il taglio di un cordone ombelicale immaginario ma dolorosissimo! L’unica consolazione fu che con il nostro sostegno lei aveva potuto ricevere un’educazione, imparare un mestiere e garantirsi un futuro migliore. La Fondazione ci propose immediatamente un nuovo sostegno: accettammo entusiasti. Dopo alcuni anni, ci fu proposto un altro sostegno e negli anni successivi un altro, e un altro ancora e di nuovo un altro! Ogni volta è una grande gioia che si rinnova!
Non abbiamo mai avuto la possibilità di recarci in india per conoscere i “nostri” bambini, ma siamo certi che, grazie ai missionari, loro sanno del nostro impegno. Ogni Natale e Pasqua riceviamo una loro lettera, con bellissimi disegni, dove ci raccontano della loro vita, della scuola. della gratitudine che hanno per noi. Le loro foto sono tutte conservate da noi con tanto amore.
Ormai sono trascorsi decenni da quella tenera decisione di due fidanzatini, ma ancora ci impegniamo perché una bambina o un bambino abbiano un’occasione di riscatto che, grazie alla Fondazione Fratelli Dimenticati, è possibile con una cifra sostenibile per tutti noi occidentali.
Anche per questo e per l’impegno offerto vogliamo ancora una volta ringraziare questa Fondazione e augurare che siano sempre di più i bambini aiutati attraverso il Sostegno a Distanza.
Andrea e Arianna

Mi chiamo Francesca e vorrei condividere con voi la mia esperienza di “mamma adottiva a distanza”. Un’esperienza iniziata moltissimi anni fa grazie a mio padre Lorenzo che ebbe la fortuna, data la povertà della sua famiglia, di studiare con l’aiuto e la benevolenza dei Padri Salesiani. Fu sempre grato dell’immenso dono ricevuto e lo ricambiò prodigandosi strenuamente per la difesa dei più deboli e la tutela delle persone più fragili.

Con questi valori, mi sono avvicinata alla Fondazione Fratelli Dimenticati. Un cammino fatto di piccoli passi. Ricordo ancora l’emozione del mio primo bimbo sostenuto a distanza, nel lontano 2002: Joseph Tommachen un bimbo di 5 anni portatore di handicap… per me con lui fu subito amore. Purtroppo dopo circa un anno, mi comunicarono che Joseph non era più tornato al centro, con lui una piccola parte del mio cuore se ne andò.

Poi fu la volta di Mehul Kalangda, bimbo bellissimo dai grandi occhi neri. Crebbi con lui, anno dopo anno, fino al 2013, sempre molto orgogliosa dei suoi risultati a scuola. Poi fu la volta della dolcissima Olivia Grace Mynsong, che dal 2013 fa parte della mia famiglia. La seguo nella sua crescita e spero vivamente di poterla sostenere almeno fino al raggiungimento della maggiore età e mi auguro, mai dire mai, di poterla incontrare un giorno.

Vi sembrerà strano ma mi sono sempre considerata cittadina del mondo. Nel mio viaggiare ho toccato con mano l’amore, la devozione e la caparbietà di coloro che, pur tra mille difficoltà, hanno lottato e, tuttora, lattano in prima linea per le persone “dimenticate”. La certezza che il mio sostegno potrà garantire le cure primarie e lo studio ad un bimbo o una bimba mi riempie di pura e assoluta felicità. Con l’occasione, vorrei ringraziare i Padri Salesiani del Centro Don Bosco Ashalayam di Nuova Delhi, in primis Padre Swanoop, per aver permesso a me e alle mie compagne di viaggiare, Lucia e Roberta, di conoscere i ragazzi e la realtà del centro. L’accoglienza e la disponibilità dimostrataci rimarrò sempre nei nostri cuori.

Francesca

E’ da anni che io e mia moglie contribuiamo al Sostegno a Distanza di tre bimbi. Anche i nostri tre figli sanno che ci sono tre fratelli da sostenere. Per una manciata di euro un bimbo nella sua terra d’origine ha tutto il necessario per diventare grande, grazie anche all’opera della Fondazione Fratelli Dimenticati. E nei momenti di vuoto quando ti chiedi “che ho fatto di buono nella mia vita?”, allora ti ricordi che una cosa buona l’hai fatta, perché un bimbo nel mondo sta crescendo grazie anche al nostro contributo. Grazie a tutti.

Una famiglia di Cerignola

Si mancano pochi giorni al Natale, ed è la Festa della Famiglia, piena di emozioni, di gioia e di speranze che, forse, quest’anno sarà un po’ offuscata da questo periodo pieno di preoccupazioni. Non ho desideri particolari, mi sento felice insieme a mio marito e due figli meravigliosi che mi vogliono bene e che mi hanno donato tre nipotini che sono la mia felicità.
Per questo Natale mi piacerebbe incontrare tante persone e tanti bambini che non hanno l’affetto, la vita tranquilla e serena che ho io, ma con il mio poco farò di tutto e con tutto il cuore per far sì che possano passare serenamente questo prossimo Natale e direi loro che mi piacerebbe ricevere un sorriso, solo un sorriso anche virtuale da loro e niente più.
Buon Natale a voi tutti.
Rossana Schiavoni

Grazie per tutto ciò che fate! La testimonianza che vi diamo è quella semplice ma sincera di chi, anche a nome del Gruppo Missionario di San Girolamo dell’omonima parrocchia di Padova, si affida alla vostra Fondazione per cercare di dare una vita migliore (cibo, alloggio, scuola, ecc.) a tanti bambini che nel Mondo altrimenti andrebbero in chissà quale maniera, ma la  possiamo immaginare. Sono e siamo convinti che il Sostegno a Distanza è un mezzo per poter aiutare a vivere in modo più umano e dignitoso persone che altrimenti sarebbero costrette anche ad emigrare in quali condizioni… andando in luoghi sconosciuti e facili preda di approfittatori, lontani dalla propria cultura, origini, famiglia e molto molto altro. Siete benemeriti per tutto ciò che fate ed incoraggio molti altri a seguire questa strada del Sostegno a Distanza. Chi fa il Sostegno a Distanza si sente bene e fa stare meglio chi sostiene. I documenti che ci inviate, provenienti dai vari paesi attraverso foto e lettere, sono sempre ben graditi e testimoniano il lavoro vostro e dei Missionari che sono sul posto a donare la vita per i “fratelli dimenticati”. Ancora un grande grazie e proseguite con gioia, impegno e grande carità la vostra missione. Un grande abbraccio a tutti.
Giuseppe e Daniela con il Gruppo Missionario San Girolamo di Padova

È dal 2004 che aderisco al progetto del Sostegno a Distanza con la Fondazione Fratelli Dimenticati.
Ho avuto modo, nel novembre dello stesso anno, di partecipare ad un viaggio organizzato dalla Fondazione in India. Il viaggio è stato emozionante ed ha permesso al gruppo di vedere concretamente cosa viene fatto. Al ritorno ho deciso di aderire con una seconda “adozione a distanza” ed ho convinto mia madre ad attivarne una nuova. Oggi cerco di coinvolgere i miei nipoti nel progetto chiedendo loro di inviare ai bambini disegni e letterine.
Trovo incredibile che bastino 19 euro mensili!
Valentino

Sono circa vent’anni che aderisco al Sostegno a Distanza e sino ad ora ho aiutato quattro bambini. Contribuire a donare a un bimbo un futuro dignitoso e migliore è sempre stato uno dei miei desideri: tanta è la gioia quando ricevo notizie e la loro letterina, in modo particolare a Natale. E, anche nei momenti di difficoltà, gli occhi di quei bimbi mi rassicuravano e mi dicevano che tutto sarebbe andato bene. Ho dovuto rinunciare a qualcosa, ma la ricompensa è stata grande.
Ringrazio questi bimbi e Fratelli Dimenticati per avermi permesso di fare questa scelta.
Annamaria

Da diversi anni sosteniamo a distanza i bambini dell’India.
Con un po’ di aiuto si riesce ad aiutare dei bambini per il loro avvenire, a migliorare la loro vita, il loro futuro affinché possano poi costruire una famiglia che viva in modo più dignitoso e sereno di quella dalla quale provengono.
E’ difficile dire da quale impulso e da quale e quanti motivi derivi la volontà di chi dona qualcosa per chi è povero e disagiato, forse per sentirsi più sereni per aver dato un minimo contributo ai meno fortunati di noi, pensando quanto sarebbe terribile se i nostri figli si trovassero nelle condizioni dei loro coetanei poveri. Forse ancora perché chi invece figli non ne ha, vuole sentirsi un po’ genitori di tutti quei bambini che nel mondo hanno bisogno del nostro aiuto. Ma la cosa davvero importante, secondo noi, è concretizzare il desiderio di aiutare il prossimo, specialmente i più piccoli che rappresentano l’avvenire dell’umanità e sui quali possiamo contare per costruire una Società migliore dell’attuale, cercando di trasmettere un po’ della nostra fortuna a chi ne ha avuta molta meno.
Livio, Elena e Valentina

Nel Natale 1992 in famiglia abbiamo deciso di non scambiarci regali ma di fare delle adozioni a distanza. Mio fratelli e mia cognata si sono impegnati per il Sostegno a Distanza di una bambina che, da quel momento è diventata “la sorellina” per mia nipote. Io e mia mamma (papà guidava i nostri passi già dal Cielo) abbiamo deciso per il sostegno di tre bambini. Dopo la morte della mamma ho continuato questi sostegni. Gioisco nell’apprendere i loro progressi a scuola, nell’aprire le letterine di auguri, che puntualmente mi arrivano per le feste, scritte nella loro lingua e sempre accompagnate dai loro disegni… Quando i bambini a me affidati hanno raggiunto la maggiore età ho continuato il sostegno per altri bambini. E’ bello pensare che basta poco per assicurare a qualche bimbo o bimba un futuro migliore e dignitoso e sono convinta che è più quello che si riceve di quello che si riesce a dare. E per questo ringrazio il Signore!
Giusy L.


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